Settembre – Ottobre 2012 AREA NEUROSCIENZE
16 ottobre 2012
Il cervello si attiva alla nascita per ricordare le parole
Già alla nascita nel cervello del neonato sono attivi sistemi fondamentali della memoria uditiva, che coinvolgono anche le aree frontali, mettendolo in grado di memorizzare per alcuni minuti informazioni specificamente relative al parlato. A dimostrarlo è stato uno studio condotto presso il Laboratorio di Linguaggio, cognizione e sviluppo della SISSA di Trieste diretto da Jacques Mehler, e pubblicato sulla rivista dell’Accademia di Scienze degli Stati Uniti.
http://www.lescienze.it/news/2012/10/16/news/memoria_neonati_linguaggio_parole_vocali-1313337/
Risale al Cambriano il più antico cervello complesso
Mosaico evolutivo per le aree cerebrali
Uno studio su topi ha dimostrato che le dimensioni delle differenti aree del cervello possono evolvere in modo indipendente tra loro, ovvero secondo la cosiddetta evoluzione a mosaico che risponde a pressioni selettive differenziali associate a compiti diversi. La scoperta è stata possibile grazie all’analisi genetica di 10.000 esemplari di una specie di topo. Le dimensioni delle diverse aree del cervello sono evolute l’una indipendentemente dall’altra e in maniera indipendente dalle dimensioni del corpo, almeno nei topi. Lo ha stabilito uno studio condotto da ricercatori delle Università di Manchester (Regno Unito) Memphis (Tennessee) e del Beth Isreal Deaconess Medical Center (Boston) che mettono così un punto fermo nel lungo dibattito sui meccanismi di sviluppo cerebrale.
http://www.lescienze.it/news/2012/09/28/news/l_evoluzione_indipendente_delle_diversi_parti_del_cervello-1280997/
28 settembre 2012
Il cervello e la felicità
Nel cervello ci sono zone sensibili (hotspot) che, quando vengono stimolati, aumentano la sensazione del piacere. Questi punti caldi edonici sono diversi dai «circuiti della ricompensa» che si pensava fossero alla base delle sensazioni piacevoli e che oggi si ritiene invece siano i mediatori del desiderio, più che del godimento. Regioni cerebrali superiori ricevono informazioni da questi circuiti del piacere e della ricompensa per rappresentare in modo cosciente la sensazione rassicurante che associamo alla gioia. L’interruzione del collegamento tra i sistemi cerebrali che generano le sensazioni di desiderio e piacere potrebbe essere la causa del comportamento dipendente, offrendo una possibile chiave per trattamenti di tipo nuovo.
http://www.lescienze.it/archivio/articoli/2012/09/28/news/il_cervello_e_la_felicit-1279674/
25 settembre 2012
IRCCS San Raffaele – Le cellule staminali neurali: i guardiani del cervello
Milano, 25 settembre 2012 – Un’équipe di ricercatori dell’IRCCS San Raffaele coordinati da Gianvito Martino, in collaborazione con i ricercatori dell’Università di Roma Tor Vergata, guidati da Diego Centonze e con quelli dell’Università di Teramo, guidati da Mauro Maccarone, ha scoperto il ruolo delle cellule staminali del cervello. Il lavoro è appena stato pubblicato online su Brain. Le cellule staminali del cervello adulto rappresentano lo strumento principale per la manutenzione dell’efficienza del cervello. Fino ad ora si pensava che tali cellule potessero svolgere questa funzione di manutenzione solo sostituendo – una volta differenziatesi in cellule mature – quelle cellule del cervello (e. g. neuroni) che, per vari motivi, venivano danneggiate o perse. Lo studio rivela, per la prima volta, che le cellule staminali del cervello non solo contribuiscono a mantenere le funzioni cerebrali ma, localizzate in quelle aree che fungono da interfaccia tra interno ed esterno del cervello, sono in grado di riconoscere e combattere attraverso recettori specifici, posti sulla loro membrana cellulare, agenti fisici e chimici nocivi provenienti dall’esterno e potenzialmente in grado di danneggiare i neuroni. Quindi le cellule staminali del cervello, una volta percepiti i segnali di pericolo come quelli che caratterizzano gravi malattie neurologiche (per esempio l’ictus cerebrale e l’epilessia), sono in grado di secernere in tempi brevissimi talune sostanze, cannabinoidi endogeni, che fungono da potenti agenti anti-infiammatori naturali in grado di prevenire e frenare il danno cellulare che può comportare la morte dei neuroni del cervello.
Quindi le cellule staminali del cervello, oltre alla funzione rigenerativa hanno una importante funzione protettiva: sono veri e propri guardiani dell’incolumità ‘cerebrale’.
Università Milano-Bicocca: Troppa concentrazione distrae
Milano, 3 ottobre 2012 – Essere molto concentrati su qualcosa, cercando di evitare di essere distratti, fa irrimediabilmente perdere
La ricerca sperimentale potrà trovare particolari applicazioni in campo medico-neuropsicologico, nello studio di pazienti che ad esempio, in seguito a traumi come ictus, emorragie o traumi cranici, presentano una disfunzione a carico dell’area frontale del cervello. "Potrà inoltre essere molto utile per studiare i meccanismi di comportamento e gli eventuali rischi in soggetti che operano in situazioni complesse che richiedano una forte concentrazione su un compito, ma anche un’allocazione di risorse per difendersi da possibili distrazioni: pensiamo ad esempio a piloti o controllori di volo" concludono i ricercatori.
10 ottobre 2012
Perché la mente divaga durante la concentrazione
Secondo una ricerca condotta da Marlene R. Cohen dell’Università di Pittsburgh, la difficoltà di mantenere focalizzata l’attenzione a lungo e in modo continuativo sembra legata al fatto che quando ci si concentra su qualcosa diminuisce drasticamente la capacità di rilevare cambiamenti anche vistosi nell’ambiente, capacità che viene ripristinata da piccole pause di "distrazione". La concentrazione ha un prezzo potenzialmente elevato, ed è il motivo per il quale circa metà del tempo in cui siamo impegnati in un compito la nostra mente tende comunque a vagare.
http://www.lescienze.it/news/2012/10/10/news/attenzione_concentrazione_percezione_dettagli-1299470/
Scattata la prima istantanea della memoria
Sono stati osservati per la prima volta l’istante e il luogo in cui si formano i ricordi, che si tratti di memoria a breve, medio o a lungo termine. E’ stata scattata così la prima istantanea della memoria, descritta sulla rivista dell’Accademia delle Scienze degli Stati Uniti, Pnas.
Identificati meccanismi gene linguaggio
(ANSA) – ROMA, 16 OTT
Una ricerca dell’Istituto Italiano di Tecnologia e pubblicata su Development ha identificato i meccanismi di espressione del gene FOXP2, che rende il nostro cervello capace di formulare espressioni verbali. La scoperta apre la strada alla comprensione dei difetti genetici alla base di gravi deficit linguistici e grammaticali e di alcune forme di autismo.
Pensiero creativo e salute cognitiva
Un recente studio rivolto ad esaminare il legame tra la longevità e una serie di tratti della personalità, ha scoperto che l’apertura -intesa come franchezza o trasparenza- soprattutto se espressa attraverso il pensiero creativo, è legata ad una migliore salute del cervello e ad una vita più longeva. Mentre l’apertura in generale o altri aspetti dell’apertura, come ad esempio l’intelligenza, non diminuiscono il rischio di mortalità.
Testosterone, esercizio e cervello
Spesso abbiamo sentito dire che l’esercizio fisico fa bene al cervello, ma adesso siamo vicini a capire qualcosa in più rispetto al perché effettivamente sia così. Nuove ricerche mostrano che l’esercizio fisico porta ad un incremento dei livelli di testosterone nel cervello, che a sua volta porta ad una neurogenesi (nascita di nuove cellule cerebrali) nell’ippocampo, ossia in quella parte del cervello che rappresenta la chiave della memoria e dell’apprendimento. I ricercatori dediti a questo studio stanno ancora cercando di capire se tutto questo effettivamente accada sia negli uomini che nelle donne.
Ulteriori prove per i benefici che l’olio di pesce porta al cervello
Parecchi recenti studi hanno ulteriormente indagato sul potenziale benefico dell’olio di pesce trovando nuove prove sui benefici che questo porta sia al corpo che al cervello. Due studi hanno dimostrato che l’olio di pesce porta ad un incremento della forza dei muscoli e riduce il rischio d’infiammazioni, mentre un terzo studio ha trovato la correlazione tra il consumo di olio di pesce e la salute cognitiva. Alcuni ricercatori ipotizzano che ciò che vale per i muscoli possa valere anche per il nostro cervello.
Articolo in inglese: http://www.ottawacitizen.com/Health/Diet-Fitness/Scientists+reel+secrets+fish/7242971/story.html
L’isolamento infantile fa male al cervello
Un nuovo studio sui topi chiarisce che l’isolamento sociale durante l’infanzia ha impatti negativi sullo sviluppo del cervello dei bambini. I ricercatori di Harvard che hanno condotto lo studio hanno riscontrato che i topi isolati presentano dei deficit nella memoria e mostrano comportamenti antisociali. Osservando il loro cervello hanno scoperto che il materiale di rivestimento protettivo neuronale, meglio conosciuto come “mielina”, era più sottile che nei topi normali, specialmente nel lobo frontale. In che modo questa scoperta potrebbe essere ricollegata agli esseri umani?
Articolo in inglese: http://www.wired.com/wiredscience/2012/09/neuroscience-of-neglect/